Davide Cavalli
pianoforte
Davide Muccioli
pianoforte
Maria Rita Combattelli
soprano
Antonio Mandrillo
tenore
Gianpiero Delle Grazie
baritono
Programma
Georges Bizet
Me voilà seule dans la nuit
aria di Léïla dall’opera Les Pêcheurs de perles
per soprano e pianoforte
Maurice Ravel
Rapsodie espagnole op. 54
Prélude à la nuit
Malagueña
Habanera
Feria
per due pianoforti
Maurice Ravel
Don Quichotte à Dulcinée
Chanson romanesque
Chanson épique
Chanson à boire
per baritono e pianoforte
Maurice Ravel
Boléro
per due pianoforti
Jules Massenet
Pourquoi me reveiller?
aria di Werther dall’opera Werther
per tenore e pianoforte
Maurice Ravel
La Valse
Poème chorégraphique
per due pianoforti
Note di sala
Georges Bizet
Me voilà dans la nuit
Aria di Léïla dall’opera Les Pêcheurs de perles per soprano e pianoforte
Les Pêcheurs de perles è un’opera in tre atti di Georges Bizet su libretto di Eugène Cormon e Michel Carré, rappresentata per la prima volta il 30 settembre 1863 al Théâtre-Lyrique. Fu ripresa in una nuova versione dopo la morte del compositore nel 1893 all’Opéra-Comique.
Ambientato sull’isola di Ceylon, il libretto racconta come il voto di amicizia eterna di due uomini sia minacciato dal loro amore per la stessa donna, a sua volta combattuta tra l’amore per il pescatore Nadir e il suo voto di sacerdotessa.
Nonostante la buona accoglienza da parte del pubblico, la critica si dimostrò piuttosto ostile e sprezzante, con l’eccezione di Hector Berlioz che nel Journal des Débats dell’8 ottobre 1863 annotò “un numero considerevole di bei pezzi espressivi pieni di fuoco e ricchi di colore”. L’opera fu eseguita diciotto volte e non fu mai più riproposta durante la vita di Bizet.
Dal 1886 in poi, fu eseguita regolarmente in Europa e negli Stati Uniti, prima che una nuova versione venisse presentata per la prima volta il 21 aprile 1893 all’Opéra-Comique. Poiché la partitura autografa è andata perduta, l’opera è stata eseguita per molto tempo in versioni modificate, prima che negli anni Settanta iniziassero i tentativi di ricostruzione per riportarla in linea con le intenzioni di Bizet.
Anche la critica moderna ha rivisto il proprio giudizio: nonostante la qualità “disomogenea” e talvolta “poco originale” della musica, la riconosce come un lavoro promettente in cui sono evidenti il talento di Bizet per la melodia e la strumentazione evocativa. Tra l’altro, essa prefigura chiaramente il genio del compositore che culminerà dieci anni dopo nella Carmen.
Maurice Ravel
Rapsodie espagnole op. 54
Prélude à la nuit
Malagueña
Habanera
Feria
per due pianoforti
La Rapsodie espagnole è una suite per orchestra composta da Maurice Ravel nel 1907. Si tratta della prima importante opera per orchestra del musicista allora trentaduenne, dieci anni dopo l’Ouverture di Shéhérazade. L’opera porta il riferimento M.54 nel catalogo delle opere di Ravel compilato dal musicologo Marcel Marnat.
L’influenza della musica ispanica sul compositore si deve probabilmente alle origini basche di sua madre che, sembra, gli cantasse brani della sua terra. Questa ispirazione si ritrova in tutto il periodo creativo del musicista, basti pensare a Pavane pour une infante défunte, L’Heure espagnole, Bolero, ecc. Dato rilevante è che la Rapsodie espagnole fu scritta e completata un anno prima dell’Iberia di Claude Debussy, fatto che esclude l’ipotesi che Ravel possa essersi ispirato al di lui più anziano collega.
La Rapsodie nasce da una Habanera per due pianoforti, che Ravel compose nel 1895. La versione per due pianoforti fu ultimata nell’ottobre dello stesso anno e la suite venne completamente orchestrata nel febbraio successivo. A quest’altezza la produzione di Ravel era caratterizzata da una componente indiscutibilmente spagnoleggiante che probabilmente rispecchiava le sue origini. La critica accolse l’opera positivamente: le uniche voci discordanti furono quelle di Pierre Lalo, che non era un grande estimatore della musica di Ravel, e Gaston Carraud, che la definì “esile, incoerente e sfuggente”. Al contrario numerosi furono gli encomi per l’orchestrazione lieve e briosa.
Prélude à la nuit
L’intero movimento très modéré è quieto, non superando mai il mezzo forte. Come nel quartetto d’archi, Ravel introduce nel movimento iniziale temi che si ripetono nelle sezioni successive, specialmente il persistente tema di apertura, Fa–Mi–Re–Do.
Malagueña
Questo assez vif è il più conciso dei quattro movimenti. Malagueña si ricollega al flamenco della provincia di Malaga. Analogamente al movimento d’apertura, è in La maggiore e si conclude con il frammento melodico di quattro note che apre il primo movimento.
Habanera
Questo movimento, che si muove tra il modo maggiore e il modo minore, è assez lent et d’un rythme las (“piuttosto lento e con un ritmo stanco”); un romantico e lieve inciso dove l’espressività e l’indole spagnola si esprimono nella loro accezione più seducente.
Feria
Un assez vif, è il più lungo dei quattro movimenti e rappresenta il momento della composizione in cui Ravel lascia esplodere quell’’atmosfera turbolenta del carnevale inframezzandola con sfumature più elegiache, e concludendo con una travolgente vitalità manifesta nelle nuances orchestrali.
Maurice Ravel
Don Quichotte à Dulcinée
Chanson romanesque
Chanson épique
Chanson à boire
per baritono e pianoforte
Don Quichotte à Dulcinée è una raccolta di tre canzoni per baritono e accompagnamento composte da Maurice Ravel nel 1932 su poesie di Paul Morand. Si tratta dell’ultima opera compiuta di Ravel, di cui esistono due versioni: una per voce sola e orchestra, l’altra arrangiata per voce sola e pianoforte. Nel giugno del 1932, Ravel fu incaricato di scrivere tre canzoni spagnole per il film Don Chisciotte del regista austriaco Georg Wilhelm Pabst, con il cantante e attore Fédor Chaliapine nel ruolo principale. Il termine ultimo per la consegna era il 15 agosto 1932. Il 26 agosto 1932, Ravel comunicò da Saint-Jean-de-Luz l’impossibilità di rispettare la scadenza e la conseguente rinuncia alla commissione. Le società produttrici del film insistettero affinché Ravel consegnasse almeno una melodia entro il 15 settembre 1932. Ravel accettò di consegnare la guajira e le altre due melodie alla fine di ottobre 1932. Ma il 2 settembre 1932 la casa di produzione del film ruppe il contratto con Ravel e lo informò che era stato contattato un altro compositore, Jacques Ibert. Il 26 novembre 1932, dopo la rescissione del contratto, Ravel portò la casa di produzione del film davanti al Tribunale commerciale di Parigi, chiedendo 75.000 franchi di risarcimento.
Queste tre melodie sono un omaggio all’eroe di Cervantes. Sebbene riflettano per l’ultima volta l’immaginazione spagnola di Ravel, la loro forma segna un ritorno ad un’estetica molto più tradizionale rispetto a quella degli ultimi grandi capolavori del musicista; forse questa apparente semplicità ha contribuito alla popolarità del trittico.
Maurice Ravel
Boléro
per due pianoforti
Boléro è un’opera per grande orchestra del 1928 del compositore francese Maurice Ravel. È stata anche una delle sue ultime opere completate prima che la malattia lo costringesse a ritirarsi dalle scene. La creazione dell’opera nacque da una commissione della ballerina Ida Rubinstein, che chiese a Ravel una trascrizione orchestrale di sei brani tratti dal corpus di pezzi per pianoforte di Isaac Albéniz, Iberia. Mentre lavorava alla trascrizione, Ravel fu informato che il direttore d’orchestra spagnolo Enrique Fernández Arbós aveva già orchestrato i movimenti e che la legge sui diritti d’autore impediva di realizzare qualsiasi altro arrangiamento. Quando Arbós lo venne a sapere, riferì che avrebbe volentieri rinunciato ai suoi diritti e permesso a Ravel di orchestrare i pezzi. Ravel decise tuttavia di comporre un pezzo completamente nuovo basato sul bolero, una forma musicale di danza spagnola. Il Boléro è la composizione più semplice di Ravel: la tonalità è il Do maggiore, tempo 3/4, inizia in pianissimo e muove verso un crescendo continuo fino al fortissimo esplosivo. È costruita su un ritmo ostinato immutabile ripetuto 169 volte, su uno o più rullanti, che rimane costante per tutto il brano. Sopra questo ritmo si ascoltano due melodie, ciascuna lunga 18 battute e suonata due volte alternativamente. La prima melodia è diatonica, mentre la seconda introduce elementi più jazzistici, con sincopi e note schiacciate. La prima melodia scende di un’ottava, la seconda di due ottave. La linea di basso e l’accompagnamento sono inizialmente eseguiti in pizzicato, utilizzando principalmente note di tonica e dominante. La tensione è data dal contrasto tra il ritmo percussivo costante e una melodia vocale espressiva che cerca di liberarsi. L’interesse è mantenuto dalla costante riorchestrazione del tema, che porta a una varietà di timbri, e da un crescendo costante. Entrambi i temi sono ripetuti otto volte. Al culmine, il primo tema viene ripetuto una nona volta, poi il secondo tema prende il sopravvento e irrompe brevemente in una nuova melodia in Mi maggiore, prima di tornare finalmente alla tonalità di Do maggiore. L’accompagnamento diventa gradualmente più fitto e forte e, poco prima della fine, irrompe un improvviso cambio di tonalità in Mi maggiore, ma il Do maggiore viene ristabilito dopo appena otto battute. A sei battute dalla fine, la grancassa, i piatti e il tam-tam fanno il loro primo ingresso e i tromboni suonano rabbiosi glissandi mentre tutta l’orchestra scandisce il ritmo suonato sul rullante fin dalla prima battuta.
Nella sua recensione del 29 novembre 1928, Émile Vuillermoz affermò che Ravel aveva appena “creato una formula senza precedenti per la composizione musicale: il ‘tema e variazioni’ senza variazioni, o almeno con variazioni di colore (…) un genere che non è ovviamente alla portata di tutti i musicisti, poiché la retorica non viene più in aiuto del compositore”.
Jules Émile Frédéric Massenet
Pourquoi me reveiller?
Aria di Werther dall’opera Werther
per tenore e pianoforte
Werther può essere considerato uno dei più riusciti capolavori di Jules Massenet, un lavoro sicuramente poco conforme ai precetti dell’epoca e, nella sua scrittura, sicuramente non convenzionale. Chiara è l’accurata ricerca delle nuances che potessero rievocare, in musica, le più dettagliate sfumature della lingua parlata: le sonorità fluide e delicate che caratterizzano tutta l’opera sono state verosimilmente plasmate sulla lingua madre dell’autore che, per altro, studiò il testo di Goethe da una traduzione francese.
Il librettista Paul Milliet, in accordo con l’autore, agì in maniera decisiva sul testo originale specie per quanto concerne il personaggio di Charlotte che nell’opera è razionalmente innamorata di Werther ed è divisa tra l’amore per lui e il suo essere già moglie di un altro uomo. Anche il finale in cui Charlotte corre faticosamente da Werther sul letto di morte, ha rischiato di trasformarsi (se non fosse stato per la ‘desolata’ musica di Massenet) in un classico finale d’opera simile a tanti altri.
La scrittura vocale di Werther è permeata da una continua alternanza di un’esasperata frenesia ed espedienti nostalgici. Sin dalla sua prima aria (Je ne sais si je veille) momenti di estati si combinano con impeti passionali: Massenet propone al pubblico un protagonista capace di esprimersi esclusivamente mediante una condotta drammatica ed esasperata. Palese è inoltre la propensione di Massenet a favorire spudoratamente il protagonista affidandogli le pagine più straordinarie della partitura: dalla rêverie del ‘duetto al chiaro di luna’ con Charlotte, al memorabile Pourquoi me réveiller, pezzo forte dei più rinomati tenori del secolo.
Maurice Ravel
La Valse, poème choréografique
per due pianoforti
Ravel è stato un compositore intimamente legato alla danza e ne ha fatto una parte ossessiva del suo universo musicale. Non solo scrisse il suo poema coreografico per orchestra, La Valse, ma anche le Valses nobles et sentimentales per pianoforte. Sulla stessa scia si colloca il celebre Boléro.
Altre tre opere rappresentano il culmine della sua attrazione per il mondo della danza: la Pavane de la Belle au bois dormant in Ma mère l’Oye, il Menuet da Le Tombeau de Couperin e la sinfonia coreografica Daphnis et Chloé. Già nel 1906 Ravel immaginò e progettò, in accordo con Serge de Diaghilev, un’apoteosi del valzer, in omaggio al compositore Johann Strauss. La Prima Guerra Mondiale, scoppiata otto anni dopo, lo costrinse a rimandare i suoi progetti di scrittura. La guerra e le sue disastrose conseguenze esasperarono il contrasto e la frattura tra la tradizione cortese viennese del XIX secolo e la barbarie del mondo attuale. La nuova percezione del compositore cambiò il suo progetto iniziale. Secondo le sue stesse parole, avrebbe composto un “turbine fantastico e fatale”.
Ravel conferisce un grande potere alla musica: “La musica può intraprendere qualsiasi cosa, osare qualsiasi cosa e dipingere qualsiasi cosa, purché incanti e rimanga, infine e sempre, musica”. L’opera fu finalmente presentata ed eseguita nel 1920 davanti a Diaghilev, Poulenc e Stravinsky, in una versione per pianoforte.
Questo poème choréografique per orchestra è dedicato a un’amica di Ravel, Misia Sert, pianista e ispiratrice di molti pittori, poeti e musicisti del primo Novecento. L’opera fu composta in Ardèche a casa dell’amico André-Ferdinand Hérold, presso il quale soggiornò negli anni 1919 e 1920. La versione originaria fu scritta per pianoforte e solo in seguito adattata per due pianoforti e orchestra.
L’opera è un tour de force orchestrale, concepito come una vasta progressione che alterna numerosi momenti di carattere e scrittura fortemente contrastanti. Il tutto culmina in un frenetico e delirante climax finale.
L’opera si apre con un’introduzione misteriosa, lontana ed enigmatica, da qui emerge gradualmente un tema che struttura un primo valzer, dal carattere gioioso, danzante e vorticoso. Segue un secondo valzer, più leggero, cantato dall’oboe.
Il discorso prende una nuova piega con la comparsa degli ottoni e delle percussioni che danno nuova linfa al brano. Una grande discesa iniziata dall’ottavino si trasmette gradualmente a tutti gli strumenti, fino a quelli più bassi, attraverso un gioco di timbri melodici. Gli archi gravi riprendono un tema, poi il discorso si agita, raggiunge il parossismo e viene sospeso.
Nella seconda parte, improvvisamente, ritorna l’atmosfera cupa dell’apertura, molto più minacciosa e in netto contrasto con quanto appena ascoltato. Da lì si susseguono molteplici idee musicali, coinvolte in un flusso musicale incessante e inarrestabile. Ravel utilizza l’intera tavolozza orchestrale per rinvigorire il suo discorso musicale sempre più. Il finale è clamoroso e disegna l’idea di una macchina da guerra inarrestabile: l’orchestra raggiunge una frenesia inimmaginabile di percussioni, l’ultimo accordo stordisce e – al termine di questa corsa frenetica – tutto si ferma in modo stridente, il silenzio lascia attoniti, sbalorditi da tanta violenza e tragedia. Il valzer, come un’intera civiltà romantica, si è distrutto e ci ha fatto sprofondare nel nulla.
Davide Cavalli
Davide Cavalli ha cominciato gli studi di pianoforte con Alfredo Speranza, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara.
Successivamente ha frequentato i corsi di perfezionamento di Edith Fischer, Robert Szidon, Aquiles Delle Vigne e Pier Narciso Masi e ha conseguito, con il massimo dei voti e la lode, i Diplomi Accademici di II livello in Discipline Musicali nella classe di Pianoforte di Roberto Cappello e nella classe di Musica da Camera di Pierpaolo Maurizzi, presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Musicista eclettico, si è esibito come solista e in formazioni da camera presso prestigiosi enti ed istituzioni musicali quali la Fondazione Hindemith di Blonay, la Odessa Philarmonic Society, il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, il Conservatorio Popolare di Ginevra, il Teatro Regio di Parma, il Ravenna Festival, la Società Umanitaria di Milano, il Conservatorio di Città Reale, lo Schubert Club di Saint Paul e la University of Minnesota. Ha inoltre tenuto concerti presso l’Église de Saanen e l’Auditorium Kirchgemeindehaus di Gstaadt, l’Eglise Saint Marc di Bruxelles, la Salle des Arts di Parigi, la Sala Joaquín Turina e la Sala Juan de Mairena di Siviglia, l’Auditorium Paganini, la Sala Verdi e l’Auditorium del Carmine di Parma, il Teatro Alighieri di Ravenna, il Palacultura di Messina, il Teatro Verdi di Pisa, a Praga, Barcellona, Des Moines, Milwaukee, Philadelphia. Nell’ambito dell’Internationales Kammermusik Festival Austria, ha registrato per la radio e televisione austriaca (ORF) presso la Stift Altenburg Bibliothek le Suites per duo pianistico di Sergej Rachmaninov. In occasione della cinquantesima edizione della Sagra Musicale Malatestiana di Rimini ha partecipato alla realizzazione del Transitus Animae di Lorenzo Perosi, diretto da Romano Gandolfi. È risultato vincitore assoluto dei Concorsi internazionali Seiler Piano Competition di Creta, Frédéric Chopin di Roma e Camillo Togni di Brescia. Ha inoltre ottenuto il primo premio assoluto ai Concorsi pianistici nazionali Città di Vasto, F.I.D.A.P.A. di Pisa, Coppa Pianisti d’Italia di Osimo, Giulio Rospigliosi di Pistoia, Dino Caravita di Fusignano, Vanna Spadafora di Messina. Svolge un’intensa attività nel Teatro d’Opera; ha collaborato con Riccardo Muti, Patrick Fournillier, Ottavio Dantone, Andrea Battistoni, Pietro Borgonovo, Boris Brott, Nicola Paszkowski, Stefano Montanari, Maurizio Zanini, Roberto Molinelli e con Graham Vick, Pier Luigi Pizzi, Cristina Mazzavillani Muti, Micha van Hoecke, Chiara Muti, Cesare Lievi, Emilio Sagi, Michele Mirabella, Andrea De Rosa, Paolo Panizza, Ivan Stefanutti. Ha collaborato, nell’ambito del Ravenna Festival, con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, partecipando, tra l’altro, alle tournées di I Due Figaro di Mercadante presso il Teatro Colón di Buenos Aires, Il trovatore presso il Royal Opera House di Muscat in Oman, Rigoletto presso il Baharain National Theatre, Falstaff e Macbeth al Savonlinna Opera Festival in Finlandia e alle ultime sei edizioni dei concerti Le vie dell’Amicizia diretti da Riccardo Muti. Sono recenti le collaborazioni col Teatro dell’Opera di Roma per la produzione di Manon Lescaut di Giacomo Puccini e col Festival di Salisburgo per Ernani di Giuseppe Verdi dirette dal Maestro Muti. In occasione delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, ha partecipato al progetto artistico Echi notturni di incanti verdiani a cura del Ravenna Festival in collaborazione con Rai1, presso la casa natale del Maestro a Roncole di Busseto, realizzando l’arrangiamento musicale delle scene di morte delle eroine della Trilogia popolare. Dal 2015 è pianista della Riccardo Muti Italian Opera Academy. Nell’Agosto 2017 è stato maestro di sala e assistente musicale per l’allestimento di Aida di Giuseppe Verdi al Festival di Salisburgo diretta da Riccardo Muti con Anna Netrebko nel ruolo della protagonista. È pianista residente del Concorso internazionale di Canto Renata Tebaldi della Repubblica di San Marino. Il 19 Dicembre 2014, in occasione delle celebrazioni per il decimo anniversario della sua morte, ha eseguito la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini nella Basilica di San Marino. È Docente di Pianoforte presso il Liceo Musicale Statale di Forlì. Il 22 dicembre 2018, insieme al baritono Luca Salsi, si è esibito nel cartellone inaugurale del Teatro di Rimini Amintore Galli.
Davide Muccioli
Ha iniziato gli studi di Pianoforte sotto la guida di Alfredo Speranza, diplomandosi al Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara col massimo dei voti e la lode. Fin da giovanissimo ha seguito i corsi di perfezionamento Roberto Cappello, Edith Fischer, Robert Szidon, Louis de Moura Castro, Marcella Crudeli e Aquiles Delle Vigne. Ha conseguito il Master of Arts in Music Performance presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano nella classe di Nora Dallo.
È risultato vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali: Concorso Europeo Città di Ostuni, Coppa Pianisti d’Italia, Pescara Musica, Vanna Spadafora di Messina, Giulio Rospigliosi di Pistoia, I Giovani e l’Arte di Pescara, al Concorso di Pavia, Sergej Rachmaninoff di Morcone, Frédéric Chopin di Roma, Principato di Andorra, Friedrich Gulda di Ostra. Ha inoltre ottenuto il premio speciale Giuseppe Verdi al Concorso Internazionale Vincenzo Bellini di Caltanisetta. Nel settembre 2006 ha vinto in formazione di duo pianistico l’“International Seiler Piano Competition” di Creta.
Dal 1996 suona in formazione di duo pianistico con Davide Cavalli.
Si è esibito presso la Sala Joaquin Turìna di Siviglia e il Salon Municipal del Conservatorio di Città Reale, la Great Hall della Odessa Philarmonia Society in Ucraina. Ha effettuato una registrazione presso lo Stift Altenburg Bibliothek per la radio e televisione austriaca (ORF), nell’ambito del XXI International Kammermusik Festival Austria.
Ha eseguito Eine Faust Symphonie di Franz Liszt, trascritta per due pianoforti dall’autore stesso, nell’ambito di un progetto speciale della Sagra Musicale Malatestiana di Rimini. Ha registrato per la Radio della Svizzera Italiana (RSI) di Lugano sotto la direzione di Giorgio Bernasconi i Carmina Burana di Carl Orff, Les Noces di Igor Strawinsky, la Kammermusik n. 1 di Paul Hindemith e la Petite Messe Solenelle di Gioachino Rossini. Ha eseguito, presso gli studi della radio RSI di Lugano, il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Franz Liszt con l’Orchestra della Radio della Svizzera Italiana diretta da Luca Pfaff. Nel Dicembre 2015 ha eseguito, nell’ambito della Sagra Musicale Malatestiana di Rimini la Sinfonia n. 9 op. 125 di Ludwig van Beethoven nella trascrizione di Franz Liszt per due pianoforti. Fa parte, con Maristella Patuzzi e Davide Pettigiani, del DaMa Trio col quale si è esibito di recente al Cayman Arts Festival. Nel 2019 ha registrato Playing the 20th, con musiche di Isaac Albeniz, Sergej Rachmaninov e George Gerswhin; questa incisione è disponibile in cd e sulle piattaforme musicali digitali.
Maria Rita Combattelli
Diplomata in canto lirico con lode e menzione d’onore al Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze sotto la guida di Gianni Fabbrini; ha fatto parte dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, Accademia di Alta Formazione dell’Opera di Firenze, come allieva effettiva (2017-2019).
Attualmente si perfeziona con Jessica Pratt.
Ottiene riconoscimenti nazionali e internazionali: ad ottobre 2017 vince il Premio Speciale “Giovane promessa” al VII Concorso Lirico Internazionale “Luciano Neroni”. Ad aprile 2018 vince il Primo Premio Assoluto al V Concorso Lirico Internazionale “Città d’Iseo” – Franco Ghitti. A luglio 2018, nell’ambito del Festival “Rossini in Wildbad – Belcanto Opera Festival”, vince l’Internationalen Belcanto Preis 2018. A gennaio 2019 vince il Secondo Premio al Concorso Internazionale “Gigli/Franci” di Roma.
Nel 2017 debutta nel ruolo di Pamina ne Il Flauto Magico di Mozart. Ad aprile 2018 debutta nel ruolo di Rosina per la produzione Tutti mi chiamano (Rossini – Il barbiere di Siviglia) al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. A novembre 2018 ricopre il ruolo di soprano solista ne La Pietà, Stabat Mater per due voci femminili con voce recitante e orchestra, diretta dal Maestro Nicola Piovani presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
In Aprile 2019 lo stesso Maestro Piovani la sceglie per interpretare la sua nuova composizione Sinfonia delle Stagioni, presso l’Abbazia di Collemaggio de L’Aquila, in occasione del decennale del terremoto.
A Luglio 2019 debutta nel ruolo di Adina ne L’elisir d’amore di Donizetti al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sotto la direzione del Maestro Fabrizio Maria Carminati e la regia di Pier Francesco Maestrini.
Nel luglio 2020 partecipa a L’isola della Luce – Cantata per soli, coro e orchestra di Nicola Piovani al Teatro greco di Siracusa. A gennaio 2020 vince il “71° Concorso Internazionale AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici”, presso il Teatro Sociale di Como. Nel gennaio 2022 debutta il ruolo di Serena nell’opera inedita di Nicola Piovani Amorosa Presenza.
Nell’aprile 2022 è Antonia in Les contes d’Hoffmann di Offenbach all’Opera de Tenerife diretta dal Maestro Rubén Díez con la regia di Raúl Vazquez. Nell’autunno 2022 debutta nel ruolo di Maria Rosaria nell’opera Napoli Milionaria di Nino Rota.
Nel giugno 2023 sarà Norina nel Don Pasquale di Donizetti al Teatro Carlo Felice di Genova sotto la direzione del Maestro Francesco Ivan Ciampa, con la regia di Andrea Bernard.
Selezionata come allieva effettiva dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda” edizione 2023, debutterà a Pesaro il prossimo agosto, nell’ambito del Rossini Opera Festival (ROF), il ruolo di Madama Cortese ne Il viaggio a Reims.
Antonio Mandrillo
Inizia lo studio del canto al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma e si perfeziona con il Maestro Ercole D’aleo. È Vincitore di diverse competizioni tra cui iI concorso “Voce d’angelo” di Parma e il Concorso Paolo e Etta Limiti nel quale si aggiudica il Premio come “Miglior tenore” offerto dalla Fondazione Luciano Pavarotti.
Nel 2018 debutta nel ruolo del Duca di Mantova dal Rigoletto al Teatro Regio di Parma nella rappresentazione “Imparolopera”; Rinuccio in Gianni Schicchi a Milano con l’associazione “Voceallopera”; come tenore solista nello Stabat Mater di Rossini all’auditorium del Carmine di Parma; Don Ramiro ne La Cenerentola al Festival della Valle d’Itria ed Ernesto nel Don Pasquale al Wexford Opera Festival; debutta nel ruolo di Pang nella Turandot al Teatro Magnani di Fidenza e prende parte alla produzione del Die Zauberflöte alla Royal Opera House di Muscat con regia di Davide Livermore e direzione di Diego Fasolis. Successivamente debutta nel ruolo di Ernesto nel Don Pasquale e Beppe nella Rita nella rassegna estiva del Teatro Grande di Brescia, debutta con La Cenerentola di Rossini al New Generetion Festival di Firenze e prende parte alla produzione de La traviata al Teatro comunale Luciano Pavarotti di Modena come Gastone e cover di Alfredo.
Nel 2021 debutta nel ruolo di Paolino in Il matrimonio segreto all’Auditorium de Tenerife, nel ruolo di Ernesto nel Don Pasquale al Teatro Regio di Parma, diretto da Ferdinando Sulla con Regia di Pier Francesco Maestrini e subito dopo debutta nel ruolo di Edoardo Milfort ne La cambiale di matrimonio al Teatro Grande di Brescia; successivamente è impegnato nel ruolo di Trin ne La fanciulla del West nel Circuito Lirico Lombardo, diretto da Valerio Galli con regia di Andrea Cigni.
Tra gli ultimi e prossimi impegni, il ruolo di Arbace nell’Idomeneo all’Opera Grand Avignon, Don Narciso nel Il turco in Italia diretto da Sesto Quatrini con regia di Italo Nunziata al teatro Carlo Felice, il debutto al Teatro Massimo di Palermo come tenore solista nella Die erste Walpurgisnacht di Mendelssohn diretto da Michele Spotti, di nuovo Paolino nel Il matrimonio segreto, L’Italiana in Algeri al Maggio Musicale di Firenze, Ernesto nel Don Pasquale al Carlo Felice di Genova, Così fan tutte a Jesi, Lucia di Lammermoor al festival Donizetti a Bergamo, Otello a Piacenza.
Gianpiero Delle Grazie
Baritono, nato a Mola di Bari nel 1993, nel 2017 inizia lo studio del canto. Attualmente allievo presso l’accademia del Teatro Carlo Felice di Genova, sotto la direzione artistica del Maestro Francesco Meli.
Debutta nel 2019 nel ruolo di Marco nell’opera Gianni Schicchi di Puccini diretta dal Maestro Giovanni Pelliccia e nello stesso anno come Shaunard ne La Boheme di Puccini, presso il teatro “F. Stabile” di Potenza, diretto dal Maestro Giovanni Pompeo. Nel Settembre 2021, presso il Maschio Angioino di Napoli, ha preso parte ai Carmina Burana di Orff come baritono solo, diretto dal Maestro A. Gargiulo. Nel Giugno 2022 debutta nel ruolo di Don Geronio ne Il Turco in Italia di Rossini presso il teatro “Carlo Felice” di Genova, diretto dal Maestro Sesto Quatrini. In Ottobre 2022 debutta nel ruolo di Malatesta nel Don Pasquale di Donizetti presso il teatro “R. Zandonai” di Rovereto, sotto la direzione del Maestro Roberto Gianola. Nel gennaio 2023 debutta nel ruolo del Borgomastro nell’opera moderna Topo dopo topo, il pifferaio di Hamelin musicata dal Maestro Salvatore Sica su libretto di Bruno Tognolini, diretta dal Maestro G. La Malfa. In febbraio 2023 debutta ne Il maestro di cappella di Cimarosa diretto dal Maestro Eric Lederhandler. A maggio 2023 debutta nel ruolo di Gasparo nella Rita di Donizetti presso il teatro “Carlo Felice” di Genova, diretto dal Maestro Davide Cavalli. Svolge attività concertistica.
Nel novembre 2022 partecipa al I concorso internazionale di canto Lirico “Niccolò van Westerhout” presieduto da Elizabeth Norberg-Schulz ottenendo vari premi e collaborazioni in stagioni concertistiche. Ha partecipato a diverse Masterclass di “interpretazione e repertorio vocale” tenute dai Maestri Roberto De Candia, Serena Gamberoni, Nicola Alaimo, Francesco Meli, Leo Nucci, Alessandro Vitiello, Daniela Barcellona, Francesca Sassu, Laura Cherici, Eleonora Pacetti.
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