Laura Capretti
mezzosoprano
Tommaso Santini
violino
Lucia Sacerdoni
violoncello
Edoardo Momo
pianoforte
Francesco Parodi
percussioni
Programma
Henry Purcell
Strike the viol
Ludwig van Beethoven
On the massacre of Glencoe
Irish Songs WoO 152 n.5
Tradizionale scozzese
The Bonnie Banks of Loch Lomond
(arr. Francesca Idini)
Tradizionale irlandese
John Ryan’s polka
(arr. Francesca Idini)
Carlos di Sarli
Bahia Blanca
(arr. Flavio Mattea)
Andrés Soto
Negra Presuntuosa
(arr. Flavio Mattea)
Ariel Ramirez
Alfonsina y el mar
(arr. Matteo Castellan)
Astor Piazzolla
Fuga y misterio
(arr. Antonio Valentino)
Miguel Matamoros
Lagrimas negras
(arr. Claudio Cavallin)
Francis Poulenc
N’est ce pas?, La Bonne Chanson Op. 61
(arr. Massimo Pitzianti)
Angel Cabral (Edith Piaf)
La foule
(arr. Massimo Pitzianti)
Gabriel Faurè
N’est ce pas?, La Bonne Chanson Op. 61
(arr. Antonio Valentino)
Charles Trenet
Boum!
(arr. Claudio Cavallin)
Alberti/Guastavino/Endrigo
La Colomba
(arr. Tommaso Santini)
Jobim/De Moraes/Bardotti/Endrigo
O que tinha de ser/Perché
(arr. Tommaso Santini)
Andrea Parodi
No potho reposare
(arr. Claudio Cavallin)
Le fil rouge è un progetto musicale che nasce nel marzo del 2021 dall’incontro, nel retroterra comune della città di Torino, di cinque musicisti uniti dal desiderio di provare a creare un percorso sonoro originale e trasversale. L’idea è quella di sviluppare un viaggio immaginario nella musica popolare, sia essa nella sua forma più indigena e viscerale che in quella più raffinata e colta. Se è nel manifestarsi ed eseguirsi che la musica popolare vive, Le fil rouge, con il suo organico insolito, ne tesse il carattere su carta e pentagramma grazie all’aiuto, per quanto riguarda gli arrangiamenti, di Massimo Pitzianti, bandoneonista e fisarmonicista che meglio di chiunque altro riassume in sé la compenetrazione tra musica colta e tradizione popolare, di musicisti e cameristi di chiara fama come Antonio Valentino, e di giovanissime leve provenienti dalle classi di composizione del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino. Il cammino comincia dalla creazione di un suono: tutto prende vita dal pianoforte, strumento poliedrico in grado di “farsi altro”, che fondendosi all’impasto sonoro dei due archi e alla vivacità ritmica delle percussioni fornisce la base della linea vocale, da cui si snoderanno le radici linguistiche e l’affetto dei diversi brani. Il quintetto avrà un assetto dinamico che permetterà un agile cambio di scena a seconda delle sensazioni che si vogliono richiamare: sarà possibile assistere al tacet della voce, come all’esecuzione di brani strumentali in duo, in trio o in quartetto, variamente combinati. In un percorso fluido e privo di ambizioni intellettualistiche, astratte o di finzione, Le fil rouge intende restituire il significato più autentico di ogni brano, quella forza dirompente e pulsante che accomuna autori, luoghi e tradizioni differenti; quel filo rosso che, pur soli, ci tiene uniti dalla notte dei tempi. Riteniamo nostra responsabilità cercare di non spezzare questo filo, permettere alla musica di essere un luogo d’incontro non di nicchia né di massa ma semplicemente sincero, in cui gli interpreti possano vivere di quello che suonano e gli ascoltatori possano suonare e vibrare con loro. Seppur neonato (marzo 2021) il gruppo ha vinto il bando “Musica da camera in jeans” proposto da Sistema Musica e ha avuto occasione di esibirsi presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino e per la rassegna Metamorfosi alla Reggia di Venaria.
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