Petra Grassi
direttrice
Martina Salateo
pianoforte
Katja Dadič
violino
Programma
Prima parte
…ombre…
Hugo Wolf
Im Stillen Friedhof
su testo di Ludwig Pfau
Soprano: Nejka Čuk
Contralto: Federica Lo Pinto
Tenore: Tilen Lancner
Basso: Martin Kozjek
Pavle Merkù
Madrigale della Buona Morte I, II
su testo di Carlo Betocchi
Tine Bec
Deliver Me, O Lord
Ufficio dei defunti
Arvo Pärt
Peace Upon You, Jerusalem
Salmo 122 (121)
Giovanni Bonato
Scite Puer
su testo di Giovanni Pontano
Contralto: Ilaria De Bortoli
Seconda parte
…luci…
Anton Lajovic
Pesem deklice
su testo di Otto Julius Bierbaum
Jacobus Gallus
Tempore felici non cognoscuntur amici
Carmina proverbialia
Conscia mens recti
su testo di Ovidius
Pauperiem modico contentus
su testo di Maximianus
Patrick Quaggiato
Sklepna pesem
su testo di Anonimo
Ambrož Copi
Magnifcat
dal Vangelo secondo Luca 1,46-55
Baritono: Paolo Leonardi
Giovanni Bonato
Star(e)s
su testo di William Blake,
Johann Wolfgang von Goethe, Crazy Horse
Star(e)s: saper riconoscere la luce
anche in un luogo di tenebra
Anche nella luce del sole dentro di noi
si annidano delle valli oscure.
…
Credo che l’oblio sia un buco nero
assopito in mezzo a tutte le galassie,
che annienta la luce emanata dai ricordi.
Jón Kalman Stefánsson
Le parole del poeta e scrittore islandese, tra i più amati fra gli scrittori nordici, possono forse aiutare l’ascoltatore del concerto che Vikra, il Gruppo Vocale della Glasbena Matica di Trieste, propone questa sera.
Il programma, suddiviso tra … ombre… e … luci…, si estende nel tempo e nello spazio in un’esplorazione musicale, linguistica e filosofica in cui gli opposti si trovano in dialogo costante e offrono spunti per una riflessione ad ampio spettro.
Si può iniziare dal titolo, tratto dal brano che chiude il concerto di stasera, scritto appositamente per loro da Giovanni Bonato, compositore presente oggi e proposto a conclusione di ognuna delle due parti.
STAR(E)S esprime infatti molto bene quel che Vikra è prima di ogni altra cosa, ciò che rappresenta il necessario elemento fondativo di un’estetica perseguita con coerenza e consapevolezza dalla direttrice – Petra Grassi – assieme alle coriste e ai coristi che da anni si raccolgono intorno a lei.
STAR(E)S, è un termine doppio, ottenuto dall’incontro di STARS (stelle) e to STARE (fissare, guardare negli occhi con attenzione, ma anche fissarsi, o seguire con lo sguardo).
I brani che questa sera ascolterete assomigliano ai sassolini, usati da Pollicino o da Hänsel e Gretel per riconoscere la via del ritorno una volta entrati nella buia foresta. Frammenti di luce in una notte scura.
Provengono da tradizioni diverse, esplorano il Nord e il Sud a noi più vicini, propongono lingue e sonorità solo apparentemente lontane fra loro, e l’elemento nazionale acquista senso soltanto in quanto fattore arricchente in un contesto più ampio.
Esclusivamente considerando ciò, si può evidenziare quanto tali pagine musicali siano unite dal forte accento della cultura slovena, concreto strumento di relazione tra le diverse anime del nostro continente, nata e sviluppatasi in un luogo che è nodo strategico d’incontro di tutti i ceppi linguistici presenti in Europa: mondo latino, anglosassone, ugrofinnico e slavo sono presenti e confinanti in questo angolo di quella terra, limitato soltanto dal punto di vista spaziale, perché aperto da ogni parte per vocazione storica e di tradizione. Da ciò deriva anche un approccio alla spiritualità più libero dai legami delle singole fedi, in dialogo rispettoso, poiché è su quel che unisce che ci si concentra, non su quel che divide.
Le ombre iniziano con le note dolci e nostalgiche di Hugo Wolf, nato a Slovenj Gradec e attivo per lo più in Austria, di cultura germanica. Amico di Gustav Mahler, fu un fervente seguace di Richard Wagner; per Im stillen Friedhof (Lied giovanile composto nel 1876 ai tempi in cui svolgeva l’incarico di critico musicale per il Wiener Salonblatt) sceglie i versi del tedesco Ludwig Pfau, ispirati dalla caducità del ricordo.
Dell’eclettico compositore ed etnomusicologo triestino Pavle Merkù, assiduo frequentatore di Luigi Dallapiccola, allievo di Ivan Grbec e Vito Levi, viene proposto con i primi due Madrigali della buona morte (2001), dalla sonorità rarefatta e straniante, sul testo del poeta Carlo Betocchi, affine a Merkù nell’uso di una semplicità solo apparente, accogliente espressione di una sincera profondità spirituale.
Il giovane compositore sloveno Tine Bec sceglie la lingua inglese per il suo Deliver me, O Lord, (Libera me, Domine) (2019) tratto dall’Ufficio dei defunti e recitato nella liturgia a conclusione della Messa da Requiem e prima della sepoltura. È un canto ondeggiante, processionale, con effetti ritmici e sonori che aggiungono drammaticità alla scrittura musicale accompagnando i presenti al dolce e consolatorio finale.
Anche Arvo Pärt, migrante anima baltica, sceglie l’inglese per scrivere Peace Upon You, Jerusalem (2002), intensa ed essenziale lettura del Salmo 122 (121), uno dei quindici “Canti dei gradini”, con probabile allusione agli altrettanti livelli che si salivano entrando nel Santuario, su ciascuno dei quali i Leviti avrebbero cantato uno di essi. Si tratta di un brano ben fedele al testo nella strutturazione musicale.
Scite puer (2002) di Giovanni Bonato, su testo dell’umanista quattrocentesco Giovanni Pontano, conclude la prima parte del concerto: una dolce ninna nanna in latino, il cui effetto ipnotico è accresciuto dalla combinazione tra l’armonia, il rincorrersi incessante delle voci e l’onomatopea della prima sillaba del primo verso.
L’allontanamento dalle tenebre avviene gradualmente, e inizia con l’autore sloveno Anton Lajovic che, nel 1904, scrisse la partitura di questo Lied tardoromantico, sognante e più luminoso. Pesem deklice, è ispirato dai versi del poeta e drammaturgo tedesco Otto Julius Bierbaum nella traduzione in sloveno di Oton Župančič, loro contemporaneo. Protagonista qui è la penna del poeta, artefice di contrasto tra luce e ombre, gioia e sconforto, entusiasmo e vuoto, testo e voce, tra ciò che, fissato sul foglio, si fa stabile e quel che, aereo vola, appare per un attimo, si imprime nella memoria e, subito, scompare.
Con un salto indietro nel tempo e nello spazio ecco apparire il tardorinascimentale Jacobus Gallus, (nato in Carniola e attivo in tutta l’Europa Centrale) a evocare gli echi della Praga magica di Rodolfo II, imperatore e alchimista. I tre madrigali in latino coniugano una lingua e una poetica di certo non usuale per la madrigalistica. Sono interpretati da Vikra con la pronuncia classica usata nel mondo slavo-germanico: Tempore felici non cognoscuntur amici dai Carmina proverbialia, Conscia mens recti su testo di Ovidio, Pauperiem modico contentus su testo di Massimiano.
È articolato, ricco di variazioni in una temperie armonica e l’eco tematica costantemente appare in Sklepna pesem (2019) di Patrick Quaggiato su testo di Ciril Zlobec. Entrambi intellettuali e autori contemporanei di confine tra Slovenia e Italia, propongono un brano in cui le voci si uniscono al violino e al pianoforte in un dialogo meditativo dolce e al contempo intenso, luminoso e lucido, che all’essenza degli interrogativi esistenziali risponde con un chiaro: NOI SIAMO.
Segue il brillante e solare Magnificat (2009) di Ambroz Čopi da Luca: 1, 46-55, in cui ogni nota e accordo testimoniano la limpida gioia della giovane Madre, fiduciosa e certa della presenza e del sostegno della Trascendenza per sé, cardine fondamentale di una discendenza che ha avuto origine con Abramo e si è mantenuta salda per tutte le generazioni a lui seguenti.
Il concerto si conclude con Star(e)s (2017), di Giovanni Bonato che, ispirato dai versi di tre diversi autori – William Blake, Crazy Horse, Johann Wolfgang von Goethe – esprime in modo eccelso la costante e fluida compresenza in noi di luce e ombre, entrambe necessarie, entrambe ugualmente vitali, entrambe benefiche quando l’instabile equilibrio viene mantenuto.
Probabilmente, Vikra rappresenta la miglior realizzazione possibile di quel che una città come Trieste, cosmopolita nell’anima, può esprimere.
Buon ascolto!
Paola Pini
Vikra – gruppo vocale della Glasbena matica di Trieste si è formato nel 2014 attorno alla figura della direttrice Petra Grassi, vincitrice di numerosi concorsi corali e di direzione corale. Il primario nucleo di coriste, fortemente unito dall’amore verso il canto sloveno, è stato presto arricchito da due voci contraltili, che hanno donato carattere e rotondità al suono calibrato delle voci femminili. Il raffinato gusto per il repertorio e l’estro delle proposte concertistiche hanno accompagnato il gruppo e la sua direttrice in una significativa crescita vocale e musicale, rendendolo uno degli ensemble più affermati del Friuli-Venezia Giulia. Il gruppo è formato da coristi sloveni e italiani provenienti da Trieste, Gorizia, Udine, Venezia e Lubiana, che si destreggiano nell’esecuzione di brani per voci pari tratti dal repertorio rinascimentale, romantico e contemporaneo, del quale l’ensemble vanta molte prime esecuzioni e brani dedicati al gruppo stesso (Bec, Bonato, Brisotto, Durighello, Jocif, Lo Pinto, Quaggiato).
Il Gruppo vocale Vikra ha vinto numerosi premi, come il primo premio al 51o Concorso nazionale corale Trofei Città di Vittorio Veneto (2017), il Gran premio e un premio speciale alla 16a edizione del concorso regionale Corovivo (2017), il primo premio al 34o Concorso polifonico nazionale Guido d’Arezzo (2017), il primo premio del Grand prix, il primo premio della categoria e un premio speciale al 10o Concorso nazionale corale voci bianche e giovanili Il Garda in Coro (2018). In occasione dell’8a rassegna di concerti tematici Sozvočenja (2018), il gruppo ha vinto il premio per la miglior proposta e ha eseguito il suo progetto alla Filarmonica slovena di Lubiana, vincendo il primo premio del festival. Vikra ha inoltre tenuto un concerto nel Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste per l’87a stagione concertistica della prestigiosa Società dei Concerti di Trieste (2019), un concerto in occasione del Festival delle regioni su invito dell’Ensemble corale Mousiké di Milano diretto da Luca Scaccabarozzi (2019) e un concerto al festival Razsvetljenje su invito del Coro Accademico di Maribor diretto da Tadeja Vulc (2019).
Vikra collabora regolarmente come coro laboratorio a seminari corali (Glasbena matica, JSKD Nova Gorica) e organizza masterclass con celebri professionisti nel campo corale (Stojan Kuret, Matjaž Šček, Luca Scaccabarozzi, Silvana Noschese, Roberto Brisotto, Tamara Stanese). Il coro ha partecipato come laboratorio al concorso internazionale per direttori Aegis carminis svoltosi a Capodistria nell’estate 2021.
I coristi frequentano lezioni di canto e tecnica vocale con il soprano sloveno Martina Burger e diversi di loro sono stati selezionati, tramite audizione, per gli organici dei più importanti progetti nazionali e internazionali della coralità giovanile (Coro Giovanile Regionale del Friuli-Venezia Giulia, Coro Giovanile Italiano, Eurochoir, Coro Giovanile Mondiale) ed ensemble professionali (laReverdie).
Petra Grassi
Diplomata in pianoforte e didattica della musica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Trieste, si è perfezionata in direzione e composizione all’Accademia di musica di Ljubljana per poi laurearsi in direzione di coro con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Musica “Francesco Antonio Bonporti” di Trento con L. Donati. Nel 2015 ha vinto il primo premio al concorso nazionale per direttori di coro Le mani in suono a Arezzo e ha ottenuto il terzo premio all’International competition for young choral conductors organizzato da ECA-EC e Feniarco a Torino. Nel 2016 ha vinto il primo premio al concorso per direttori Zvok mojih rok a Ljubljana e nel 2019 ha raggiunto la finale e ottenuto il premio del coro al World choral conducting competition di Hong Kong.
Ha diretto il coro femminile Kraški slavček-Krasje e attualmente dirige il coro Vikra della Glasbena matica di Trieste; con questi cori ha ottenuto diversi primi premi a concorsi corali nazionali e internazionali. Dal 2016 al 2019 ha diretto il Coro giovanile regionale del Friuli-Venezia Giulia e dal 2017 è direttore artistico del coro semi-professionale da camera Dekor con il quale ha vinto il primo premio assoluto al concorso nazionale corale sloveno Naša pesem a Maribor, ottenendo anche il premio come miglior direttore. È inoltre direttore ospite del coro professionale Slovenian Philharmonic Choir di Ljubljana. Insegna direzione di coro alla Glasbena Matica di Trieste e per JSKD a Ljubljana e Nova Gorica. È docente di masterclass per direttori di coro e cantori in Italia e Slovenia e nel 2020 terrà un atelier per il Festival Europa Cantat Junior a Vilnius.
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