Liberamente ispirato
a Ingeborg Bachmann
Hans Werner Henze
Lettere da un’amicizia
(traduzione di Francesco Maione,
a cura di Hans Holler EDT,
Torino 2008).
Edizione originale:
Ingeborg Bachmann
Hans Werner Henze:
Briefe einer Freundschaft
Herausgegeben von Hans Holler.
© 2004 Piper Verlag GmbH,
München/Berlin
con
Giorgio Marchesi
Michela Cescon
Giacomo Palazzesi
Chitarra
Drammaturgia e regia
Marco Tullio Giordana
Scena e luci
Gianni Carluccio
Produzione
Teatro di Dioniso
Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte
di Montepulciano
Musiche
Henze
Hans Werner Henze e Ingeborg Bachmann si incontrano per la prima volta nell’autunno del 1952. Nati a pochi giorni l’uno dall’altra, non hanno che ventisei anni, entrambi stanno tentando di emergere nella scena artistica del dopoguerra, in una Germania ancora in macerie. Il compositore riconosce subito nella giovane scrittrice un’anima affine e una compagna di ricerca poetica: Inge sa dire con le parole ciò che Hans Werner vuole esprimere con i suoni. Inizia una collaborazione feconda e un’amicizia che si protrae per oltre due decenni, caratterizzata dall’entusiasmo, da una continua ebbrezza di vita, di lavoro e, presto, anche dalla disillusione e dall’infelicità. In una complessa partitura a due voci – nella quale se ne inserisce una terza costituita dalla musica di Henze – sfilano momenti di gioia e grande affetto e ogni collaborazione o scambio intellettuale fra i due lascia tracce ben più profonde di quanto il tono spesso svagato lasci supporre. Dove si sfidano i temi caratterizzanti l’opera e le ossessioni di entrambi: l’odio per la Germania nazista, la fuga verso il sud e la libertà mediterranea, l’isolamento e l’impegno politico, l’ambivalenza della fama e del successo che avranno entrambi, la violenza degli istinti e la gioia della bellezza, la ricerca di un equilibrio tra opera, vita e amore.
La scena è concepita come la buca di un’orchestra: leggii, sedie… entrano i tre interpreti e prendono posto… Inizia lo scambio di corrispondenza – scandito o interrotto dalla musica – e si compone il mosaico di una relazione straordinaria: Marchesi/Henze legge le lettere ricevute da Inge mentre Cescon/Bachmann quelle ricevute da Hans Werner, quasi ribaltando i ruoli. Poi Inge si accende una sigaretta ed esce di scena, Hans Werner resta solo con la sua musica. Ingeborg Bachmann morirà il 17 ottobre 1973 dopo un’atroce agonia dovuta alle ustioni provocate proprio da una sigaretta. Una scintilla ha incendiato la vestaglia senza che la scrittrice, intorpidita dai farmaci, fosse in grado di reagire. Nell’ultimo quadro vediamo Hans Werner ritrovare Inge seduta al tavolino di un bar. Sono passati dieci anni dalla sua morte e il rimpianto di non averla potuta proteggere è lancinante. Inge lo ignora, finge addirittura di non conoscerlo. Un sogno forse o l’estrema proiezione di un senso di colpa irredimibile. Non è una nostra invenzione ma un racconto di Henze.
Introduzione di Gianluigi Mattietti
Nato a Roma nel 1962, si è laureato in Storia della Musica all’Università La Sapienza, con una tesi analitica su Jeux di Claude Debussy. Parallelamente ha compiuto i suoi studi musicali al Conservatorio di Santa Cecilia, diplomandosi in Musica elettronica e in Composizione. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia e Analisi delle Culture Musicali con una tesi dal titolo Geometrie di musica: il periodo diatonico di Aldo Clementi, che ha vinto il premio Latina ed è stata pubblicata dalla LIM. Ha ottenuto borse di studio dall’Università di Cracovia, dall’Istituto Goffredo Petrassi e dalla Paul Sacher Stiftung di Basilea, per ricerche sulla musica contemporanea. È stato docente di Composizione al Conservatorio di Cagliari e insegna attualmente Storia della Musica all’Università di Cagliari. Ha pubblicato monografie e saggi su alcuni aspetti teorici della musica d’oggi e su compositori come Aldo Clementi, Ivan Fedele, Toshio Hosokawa, Domenico Guaccero, Fausto Romitelli. All’attività di ricerca, affianca quella di critico musicale, collaborando con le riviste musicali come Amadeus, Classic Voice, Il Giornale della Musica, Il Corriere musicale. È membro del consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali.
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